
L’Abruzzo, terra di tradizioni secolari e paesaggi mozzafiato, custodisce un tesoro prezioso: lo zafferano dell’Aquila DOP, un’eccellenza italiana conosciuta in tutto il mondo. La storia di questo “oro rosso” si intreccia profondamente con quella della regione, influenzandone l’economia, la cultura e le tradizioni.
Origini e Diffusione
La coltivazione dello zafferano in Abruzzo ha radici antiche. La leggenda narra che i bulbi furono introdotti intorno al 1230 da un monaco domenicano di ritorno da Toledo, che intuì il favorevole habitat della piana di Navelli. Questa intuizione si rivelò esatta, e lo zafferano trovò nelle valli dell’Aterno e del Tirino, nella Conca Peligna, nella Marsica e sul versante teramano del Gran Sasso l’ambiente ideale per prosperare. Tuttavia, le difficoltà nella coltivazione portarono all’abbandono in diverse zone, con l’altopiano di Navelli che rimase la roccaforte storica di questa coltura.
La Coltivazione: Un Rito Antico
Il sistema di coltivazione dello zafferano dell’Aquila DOP segue tecniche invariate da oltre 600 anni. I bulbo-tuberi vengono raccolti nella prima metà di agosto e reimpiantati in un nuovo terreno nella seconda metà di agosto. La fioritura avviene tra la metà di ottobre e la prima settimana di novembre, un periodo in cui i campi si tingono di un viola intenso, uno spettacolo della natura ai piedi del Gran Sasso. La sfioritura, ovvero la separazione manuale degli stimmi dagli stami, si svolge la sera.
Gli stimmi, dal profumo acutissimo e particolare, vengono essiccati su brace di legna di quercia o mandorlo il giorno stesso della raccolta. Per ottenere un chilo di zafferano, sono necessari circa 200.000 fiori e oltre 500 ore di lavoro manuale.

L’Oro Vermiglio e il suo Impatto
Lo zafferano divenne presto fondamentale per il mercato locale, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Oro vermiglio”. Contribuì in particolare allo sviluppo della città dell’Aquila, al centro di importanti scambi commerciali con le popolazioni del centro-nord Europa. Nella società medievale, il commercio delle spezie era uno strumento per dimostrare ricchezza e potere, e lo zafferano abruzzese era particolarmente apprezzato per la sua qualità.
Zafferano dell’Aquila DOP: Un Marchio di Eccellenza
Lo Zafferano dell’Aquila ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta (DOP) il 4 febbraio 2005, un riconoscimento che tutela la sua unicità e il suo legame con il territorio. Il Consorzio per la Tutela dello Zafferano dell’Aquila, costituito il 13 maggio 2005, si impegna a preservare le tecniche di produzione tradizionali e a promuovere questo prodotto d’eccellenza.
Lo Zafferano nella Cultura Abruzzese
Lo zafferano è un ingrediente fondamentale nella cucina abruzzese, utilizzato in piatti di pesce come lo scapece alla vastese e le cozze allo zafferano, ma anche per la produzione di un noto liquore dal sapore unico. La sua importanza culturale è tale che, il 26 luglio 2008, la Repubblica Italiana gli ha dedicato un francobollo.
Lo zafferano dell’Aquila è citato anche nel film d’animazione Ratatouille (2007) della Pixar, a testimonianza della sua fama internazionale.
Oggi, grazie al lavoro tenace dei coltivatori abruzzesi, si producono circa 70-80 kg di zafferano all’anno, un prodotto ricercatissimo che continua a rappresentare un simbolo di tradizione, cultura e qualità per l’Abruzzo.